Dal sito www.viareggiok.it
Quanti sono i nomi femminili sulle targhe stradali?
Pochissimi, se si escludono le sante.
Vie, piazze, larghi, parchi sono quasi sempre intitolati a uomini.
C’è sì qualche Anita Garibaldi in giro per l’Italia - che comunque brilla di luce riflessa - o qualche Maria Montessori, ma la sproporzione “di genere”, come si dice oggi, è enorme.
Cancellate dalla storia e dalla cultura, le donne non possono che essere cancellate anche visivamente.
Per sanare l’ingiustizia, il Comune di Firenze ha allora varato le quote rosa stradali.
Dunque, a Firenze da ora in avanti si fa metà e metà: il 50% delle vie intitolate a personaggi maschili, l’altro 50% a personaggi femminili.
E’ stata una donna, naturalmente, ad avere l’idea.
Lucia Matteuzzi, consigliera comunale del PD ed ex pasticciera, è rimasta sconcertata nello scorrere la lista della commissione toponomastica fiorentina: tra i nomi candidati alle nuove targhe stradali 188 erano di uomini, 12 di donne.
Da lì la proposta delle quote, approvata dal Consiglio comunale con un sì bipartisan ma bocciata da verdi e comunisti italiani.
Ora però il Comune di Viareggio sta valutando se seguire la stessa strada.
«E’ un’idea - dice il sindaco Luca Lunardini, PDL - una proposta forse un tantino demagogica, quella fiorentina, ma sicuramente interessante».
E l’assessore alla toponomastica, Nicodemo Pistoia, è d’accordo: «Perché no? Nessuno ci aveva pensato».
A Viareggio qualche strada intitolata al femminile c’è, non fosse altro perché fu una donna l’artefice dello sviluppo di quello che era soltanto un borgo di pescatori, e cioè Paolina Bonaparte, una delle sorelle di Napoleone.
Proprio a lei è dedicata la strada più importante della città, almeno da un punto di vista simbolico: via Regia (da lì il nome Viareggio).
E c’è anche via Paolina.
Tra le intitolazioni recenti quella alle desaparecidas argentine.
Ma qui, come dappertutto, lo squilibrio resta enorme.
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