La Musica è Vita.

La musica è il dizionario dei sogni,

con essa si può comunicare senza parlare,

volare senza avere ali

rivivere o andare avanti,

divertirsi o piangere.

giovedì 30 luglio 2009

Basta un attimo per cancellare una vita ma non basta una vita per dimenticare un attimo

In più di 10.000 alla processione per non dimenticare ed avere subito Giustizia



Tante fiammelle, dieci, cento, mille, diecimila, quelle che ieri sera, tremolanti, si sono accese a rischiarare la notte. Ad un mese esatto dalla tragedia ferroviaria, Viareggio ha voluto ricordare in questo modo le vittime del disastro ferroviario che ha cambiato il destino di una città.

29 giugno 2009 - 29 luglio 2009
E' già trascorso un mese dall'esplosione del treno cisterna carico di gpl che in un attimo si è trasformato in una bomba, provocando la morte di 28 innocenti.
Viareggio ha ricordato la tragedia. 10000 sono i viareggini scesi in strada.
Con il dolore nel cuore, con la voglia di giustizia.

Viareggio vuole sapere perchè l'asse di un carrello merci può rompersi.
Viareggio vuole che sia fatta chiarezza.
Viareggio vuole ricominciare a vivere, vuole rinascere, risorgere ancor più bella. Viareggio vuole conoscere chi ha sbagliato e chi pagherà dazio.
Da un lato, alla stazione ferroviaria, al binario 1, una manifestazione promossa dai ferrovieri, da lavoratori, giovani, cittadini che, ad un mese dalla strage, intendono ricordare le vittime, i loro familiari e coloro che hanno perduto tutto, perché quanto avvenuto non sia dimenticato e non si ripeta più.
Dall'altro, presso la chiesa di S. Antonio, una celebrazione eucaristica dove, mons. Italo Castellani. asserisce: "Siamo ad un mese dalla tragedia della Stazione, iniziata la sera del 29 giugno ma non certo ancora terminata.
Non terminata nel dolore per i nostri fratelli e sorelle deceduti a causa di quel disastro.
Non terminata nella preoccupazione e nell’ansia per i feriti, molti ancora, che necessitano di tante cure.
Non terminata nel disagio di chi ha perso la casa e i suoi beni.
Non terminata nella riproposta di tanti interrogativi…".
Infine elogia la forza della città di Viareggio "la popolazione ha reagito con grande compostezza e misura: ad una tragedia fuori misura.
Voi gente di Viareggio avete reagito con "misura", cioè siete stati più grandi della tragedia e del disastro.
A Viareggio tutti abbiamo visto tanti volti segnati dalle lacrime insieme al pudore, alla riservatezza e alla solidarietà di popolo"
Laicità e fede si uniscono immediatamente dopo, davanti alla sede della Croce Verde.
Una stretta di mano simbolica tra chi proviene dal binario 1 e chi è appena uscito di Chiesa.
Una fiaccola tra le mani
Le campane suonano a lutto.
In silenzio, la folla raggiunge via Porta Pietrasanta e via Ponchielli.
E alcuni ferrovieri scandiscono i nomi delle vittime

Maria Luisa Carmazzi
Andrea Falorni
Ilaria Mazzoni
Elena Iacopini
Luca Piagentini
Lorenzo Piagentini
Stefania Maccioni
Ana Habic
Mario Pucci
Rosario Campo
Claudio Bonuccelli
Hamza Ayad
Iman Ayad
Mohamed Ayad
Noureddin Boumalahaf
Abdellatif Boumalahaf
Amdula Boumalahaf
Michela Mazzoni
Abou Talib Aziza
Mauro Iacopini
Emanuela Milazzo
Alessandro Farnocchia
Sara Orsi
Roberta Calzoni
Federico Battistini
Abou Talib Aziza
Oliva Magdalena
Cruz Ruiz
Antonio Farnocchia
Moussafar Rachid


Un lungo e commosso applauso lascia spazio a mille pensieri, a mille parole.
Un silenzio colma il vuoto.



martedì 28 luglio 2009

Addio Hamza ..piccolo, grande eroe.....

29 giugno 2009
Ad un mese esatto ......una storia triste ma di coraggio.

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STRAGE DI VIAREGGIO - MEDAGLIA D'ORO AL VALORE CIVILE PER HAMZA AYAD




Un ragazzo marocchino di 16 anni, Hamza Ayad, è morto nella terribile notte di Viareggio per salvare la sorellina di 3 anni.
Per salvare la sorellina, la piccola di casa, Hamza Ayad non ha esitato a gettarsi tra le fiamme e le macerie dell'appartamento distrutto dall'esplosione del gas. Hamza, mentre cercava la piccola Iman, era stato sopraffatto dal fumo e dal gas e, svenuto, era stato raggiunto dalle fiamme. Entrambi erano stati portati ancora vivi al pronto soccorso ma il ragazzo era morto quasi subito. Il sacrificio purtroppo e' risultato inutile: la bambina, trasferita al Bambin Gesu' di Roma, è morta ugualmente a causa delle gravissime ustioni riportate.

"Hamza era nato in Marocco 16 anni fa, ma aveva vissuto in Italia per quasi metà della sua giovane vita.
Nella cittadina toscana stava benissimo, si era integrato con i compagni di scuola, di calcio e di altri hobby.
Ormai sentiva Viareggio la sua città: amava il mare, frequentava l'istituto nautico e la sua passione più grande era il calcio.
Tra gli oltre venti morti, Hamza è una delle poche vittime dell'incendio di cui si conosce il nome, la storia.
Una bella storia di immigrazione che non finisce ghettizzata, ma al contrario un esempio di integrazione da seguire.

Era una persona di cuore, raccontano affranti gli amici, e lo ha dimostrato fino all'ultimo.
La notte dell'inferno lui ha pensato per prima cosa alla sorellina, la piccola di casa, Iman, di soli 3 anni.
Hamza ha tirato lei fuori dalle fiamme e ha aiutato i suoi genitori, ma lui non ce l'ha fatta.
E' svenuto nella sua abitazione e poco dopo è morto per asfissia.
Poi il fuoco ha avvolto il suo corpo.
Una catenina che portava al collo ha permesso alla sorella maggiore, 21 anni, di riconoscerlo.

Ibtzen Ayad è l'unica illesa e sopravvissuta della famiglia.
La sorellina di 3 anni è morta al Bambin Gesù di Roma, dopo aver lottato, attaccata ad un respiratore, per 24 ore.
Abou Talib Aziza e Mohamed Ayad, i genitori, sono deceduti a causa delle ustioni riportate nei giorni seguenti l'esplosione.

Hamza voleva finire gli studi e andare a lavorare subito.
Il suo sogno era quello di sposare la sua fidanzata, un'italiana, con la quale stava da un anno. Costruire con lei una famiglia a Viareggio, la città adottiva che ormai sentiva sua.
Il suo è un esempio di integrazione della nuova generazione che non fa distinzioni per il colore della pelle o la forma degli occhi.
Allegro, leale di cuore Hamza, con tanti amici italiani e non, che non possono fare altro che piangerlo fuori dall'ospedale di Viareggio.

Una storia emblematica per la nuova Italia che è e che verrà, in cui l'integrazione e la multietnicità la fanno da padrone.
E Hamza, il ragazzino coraggioso, diventa il simbolo della tragedia che non risparmia nessuno, che si porta dietro chiunque incontri, che semina morte e dolore." (da un Editoriale del TG3)

Non basta questo gesto per ricordarlo fra "gli eroi di Viareggio" e per proporre al Presidente della Repubblica Napolitano di attribuire a questo angelo sfortunato la medaglia d'oro al valore civile alla sua memoria?

Se saremo in tanti a condividere questa iniziativa, faremo formale domanda al Presidente della Repubblica, attraverso le istituzioni viareggine e toscane.

Viareggio, 3 luglio 2009

in un attimo l'inferno.. in un momento non esiste piu niente


(scritto da PASMA)
http://www.flickr.com/photos/pasma/

in memoria del 29 giugno 2009 : Tragedia : scoppia treno pieno di gas a Viareggio
http://heidi-ilsegretocredere.blogspot.com/2009/06/testimonianze-di-chi-l-ha-vissuta.html#links


Ogni tanto, la sera sopratutto, ripenso a quella notte.. ed ai giorni seguenti.. so di non rendermi ancora conto di cosa sia successo realmente!
So di non capire.
Ma l'immagine di quella fiammata è ancora nei miei occhi ed ogni tanto torna forte a farsi sentire.. ricordo distintamente quel rumore, quel "tuono" anzi quella serie di tuoni.. ricordo la sensazione di calore sulla pelle, quel cielo di uno strano color arancione... ma sopratutto ricordo la sensazione di un momento, la consapevolezza che fosse successo qualcosa di grosso, di enorme.. la paura per l'incolumità della mia famiglia..

Nei giorni successivi sentendo le storie e vedendo i luoghi della disgrazia ho cercato di rendermi conto di cosa fosse successo, ma piu m'informavo, piu ne parlavo, piu vedevo i luoghi devastati e meno riuscivo a capire che era successo.. era successo proprio nella mia città, a due passi da casa mia!

Ovviamente non voglio dire che la cosa sarebbe stata diversa se fosse stata colpita un'altra città.. la tragedia sarebbe stata enorme in ugual modo.. forse a me avrebbe colpito meno, logicamente, ma ci sarebbe stato un altro Pasma che avrebbe rotto i ... agli utenti di un altro forum..

Viareggio è una città particolare, che si divide tra carnevale e spiaggia, tra mare e montagna... una città di divertimento e spensieratezza..




Siamo una tranquilla serata d'inizio estate, il caldo si fa sentire, la gente stanca dalla giornata di lavoro e dalla precedente passata al mare è raccolta in casa con la famiglia a godersi il meritato riposo, magari come me in questo momento ha messo a letto i bimbi, la moglie è andata anche lei a letto perchè sfinita da una giornata dietro alla piccolina ed io mi metto qui sereno a giocare al pc o a farmi un po' di affari miei godendomi finalmente questo momento di serenità..... in un attimo l'inferno.. in un momento non esiste piu niente di quello che c'era fino a pochi secondi prima.. non voglio parlare dei morti che hanno un capitolo a parte.. ma pensate a chi non ha piu la casa, e sono tanti, chi non ha piu il lavoro perchè l'edificio dove era il proprio ufficio, magazzino, negozio, non esiste piu.. il tuo quartiere, i tuoi vicini, i tuoi mobili, le tue mutande.. niente esiste piu...
no, io non riesco a rendermene conto!

Credo però che ogni viareggino ogni giorno abbia un pensiero per ciò che è successo e per chi ha subito...




(scritto da PASMA)
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"QUESTO E' IL GRUPPO CHE RACCOGLIE LE IMMAGINI DELLA TRAGEDIA E DEI MOMENTI SUCCESSIVI, POTETE AGGIUNGERE FOTO O COMMENTI"





lunedì 27 luglio 2009

Non sono più io Non siamo più noi Per nessuno di noi sarà più come prima.







Mi chiamo Brunella Bandoni, sono di Viareggio , sto in via Belluomini.

La sera del 29 giugno 2009 mi trovavo in casa, avevo da poco messo a letto mia madre, la Dusolina, invalida.

Sistemo tutto , metto in ordine e mi butto nella mia cameretta, una bella birra ghiacciata, il computer acceso, controllo la posta e poi apro il programma per fare una partitina A Burraco on-line!!!!

Accendo la sigaretta e sento la porte della cameretta che è rigorosamente chiusa insieme e quella dell’ingresso che lo è altrettanto…….sento……qualcosa…….. di strano come se le porte chiuse si volessero aprire per poi richiudersi di nuovo….BU BUUMM…...una volta….qualche secondo….BU BUUMM….due volte….che succede!!!!

Mi alzo , mi avvicino ala finestra sento un …..VENTO FORTE……wwwwwwhhhhhhhhhhh!!!!!!


Ho sentito tuonare quella sera, ma era un tuonare strano….poi è passato……..

E in quel momento è successo l’INFERNO…….

Se solo avessi acceso MSN e se solo avessi parlato e confrontato quel rumore sordo con i miei amici l ‘avrei saputo subito.

Sono andata a letto ignara.

Il 30 giugno 2009 alle 5,30 circa mi chiama mia sorella , la Grazia….accendo la televisione e………

dal quel giorno


Non sono più io

Non siamo più noi

Per nessuno di noi sarà più come prima.



“Ma tu non ti soffermeresti a leggere queste parole?”

“No, forse no, decide il mio CUORE” (Lorenzo di 7 anni)


Voglio dire

voglio continuare a dire

perchè....così non va bene

non è giusto

ma voglio anche fare....

qualcosa

per fare in modo di non dimenticare……

ma sai una cosa?

nessuno di noi ci riuscira'...

scherza

ride

lavora parla

si ama

lavora

accudisce

percepisce


ma non dimentica


venerdì 17 luglio 2009

Viareggio non dimenticherà nessuno. Viareggio non dimenticherà.

http://www.flickr.com/photos/pasma/

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http://club.quotidianonet.ilsole24ore.com/martina/viareggio_ai_vivi_si_devono_riguardi_ai_morti_si_deve_la_verita

Pubblicato da Rossella Martina

Viareggio oggi è come una barca a cui una inattesa e immeritata cannonata ha sfondato la fiancata.

Tutti, dal capitano all’ultimo mozzo, sono accorsi sotto coperta per dare aiuto ai marinai colpiti: tantissimi i morti, tantissimi i feriti.

E poi per riparare alla meglio la falla perché bisogna continuare a navigare anche se molto lavoro resta da fare perché il bastimento torni a guardare l’orizzonte.

Servirà tempo, la ferita è vasta, forse, fatta eccezione per la guerra, la più grande della nostra piccola storia.

E’ una ferita che riguarda l’intera nave, l’intera città.

Sanguina. Strazia. Non rimarginabile.

Forse un giorno molto lontano smetteremo di soffrire.

Ma non sarà mai possibile dimenticare.

Non dimenticheremo ventidue morti, i nostri ventidue morti.

Che forse già oggi, o domani, saranno di più.

E non dimenticheremo coloro che in questo momento soffrono le atrocità peggiori, quelle delle ustioni, e che in molti casi soffriranno fino alla fine della loro vita.

Non dimenticheremo quei bambini, più innocenti degli altri innocenti che in questa tragedia hanno perso la vita.

Divorati dal fuoco nel luogo dove i piccoli abbandonano finalmente la paura: nel loro lettino, tra le braccia della mamma, in casa, in famiglia, alla fine del giorno, all’inizio del sonno.

Non dimenticheremo le coppie, i giovani, gli anziani, alcuni morti di spavento, altri carbonizzati, altri ancora come disintegrati dall’onda d’urto delle esplosioni.

Torce umane imploranti per strada o nel chiuso delle loro stanze, corpi sommersi e martoriati dalle macerie, il padre che dice addio alla figlia, l’uomo dalle vene scoppiate, il ragazzo che vorrebbe mettere in salvo la sorellina e non riuscirà a salvare né lei né se stesso.

E la madre che prova a scappare con i suoi bimbi e che la crudeltà del fato incenerisce in auto, vano strumento di fuga.

Non dimenticheremo l’uomo, la donna, che passavano su uno scooter, in quel luogo, a quell’ora solo perché avevano dimenticato un cellulare a casa di amici.

Né il fornaio che come ogni notte attraversava la passerella sulla ferrovia, scaraventato nel nulla da un liquido gas serpentesco, Idra di fuoco capace di infilare le sue letali teste in ogni pertugio aperto, finestre, serrande, porte socchiuse per far entrare il fresco della notte dopo la calda giornata di sole.

Non dimenticheremo chi ha trovato tra via Ponchielli e Via Porta Pietrasanta la sua Samarcanda, l’appuntamento con la morte: la coppia che aveva affittato la casa per solo due settimane; le sorelle che avevano pregato di poter rimanere in quell’appartamento ancora un po’ di tempo; il giovane uomo arrivato dal Marocco da poche ore, persuaso di andare incontro a una nuova vita.

Non dimenticheremo le famiglie sterminate dove da una parte un bambino, dall’altra una ragazza, sono stati salvati non si sa se da una sorte benigna o vieppiù malvagia.

Viareggio non dimenticherà nessuno. Viareggio non dimenticherà.

Ricorderemo al solo passare da quei luoghi: i pini bruciati li annunciano, le macerie, le saracinesche gonfie, vetri rotti, portoni bruciati, il cumulo grande di scheletri di auto sotto il cavalcavia, la motrice del convoglio maledetto che sembra un giocattolo gettato nel caminetto, quel silenzio inaudito, lo sguardo attonito di chi accorre per vedere, partecipare, prendersi la propria parte di disperazione.

Continueremo a vedere questa scena di guerra anche dopo che sarà stato spazzato via ogni residuo.

E nessuno si meravigli se da domani le strade della città saranno di nuovo piene di suoni e di musica, le spiagge allegre, i pub animati da giovani, i crocicchi chiassosi.

Nessuno si meravigli se l’estate, l’estate di Viareggio, riprenderà il suo corso. Così come riprenderà i suoi corsi il Carnevale tra qualche mese.

E la Passeggiata che, come scrive Tobino, “accoglie ogni gaiezza”, tutte le frivolezze e amori, feste, baldorie, veglioni. Non crediate che questo significhi indifferenza o l’aver dimenticato in fretta.

No, Viareggio come è sempre accaduto nasconderà il dolore con quell’arte della felicità a cui, da oltre un secolo, attingono ospiti di tutto il mondo.

Nasconderà il dolore dietro la gioia di vivere che non è falsa ma – ecco “l’oscuro suo segreto” - sempre composta da due volti, quello visibile che sorride e quello celato e intimo, segnato dalle lacrime, dalla malinconia, e dalla rabbia.

E saranno grandi, per quanto obliati, dolore, malinconia e rabbia per i giorni a venire.

Anche se noi viareggini continueremo a sorridere non smetteremo di pregare e neppure di chiedere giustizia.

Perché c’è un’altra cosa che non dimenticheremo: ai vivi si devono riguardi, ai morti si deve la verità.


http://club.quotidianonet.ilsole24ore.com/martina/viareggio_ai_vivi_si_devono_riguardi_ai_morti_si_deve_la_verita

Pubblicato da Rossella Martina

martedì 14 luglio 2009

"Fate in modo che non succeda mai più"

http://www.flickr.com/photos/pasma/


clicca qui , ascolta e dedicati 3 minuti :




Ascolta,
lasciati andare,
pensa...pensa a te.....
pensa a tutte le persone a cui vuoi bene
prega
prega per te e per loro....
e ricordati che
la vita è bella e va vissuta
la vita è bella e dura poco
e va vissuta
oggi
e non domani
perchè oggi ci siamo......
e domani......
domani non si sa.......
ed un pensiero per chi
la fatalità lo ha colpito
solo perchè abitava in una via vicino alla ferrovia
dove un giorno passò un treno
un treno carico di........di tanta tristezza.... per chi resta
di tanto dolore per tutti
e noi non vogliamo dimenticare

E allora Viviamo e Amiamo il più possibile
Viviamo bene.........insieme alle persone a cui vogliamo bene.
Ricordatevi di dare un abbraccio e un bacio in più ogni giorno.....
fa bene a voi e a chi lo riceve
e forse così tutti insieme riusciremo meglio a superare il dolore.










http://www.flickr.com/photos/lucaram/



Affrettiamoci ad AMARE gli Uomini
se ne vanno così presto




lunedì 13 luglio 2009

Tragedia di Viareggio : su Flickr.........per non dimenticare


Strage a Viareggio: un treno merci proveniente da La Spezia a diretto a Pisa con i freni in fiamme poco dopo la mezzanotte piomba sulla stazione, deraglia, ed esplodono le cisterne di gas Gpl.
Diversi i morti (per ora 24) e oltre 50 i feriti
Due palazzine sono crollate poiché lo scontro è avvenuto duecento metri dopo la stazione.
E il rogo ha coinvolto un fronte di circa 800 metri dei palazzi che si affacciano sui binari.


clicca qui


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"QUESTO E' IL GRUPPO CHE RACCOGLIE LE IMMAGINI DELLA TRAGEDIA E DEI MOMENTI SUCCESSIVI, POTETE AGGIUNGERE FOTO O COMMENTI"



Foto Pasma72

http://www.flickr.com/photos/pasma/




Neppure la pioggia
che oggi scende a scrosci
cancella tracce
del recente dolore.
Solo le siepi
bruciate dal fuoco
avranno radici rinfrescate.
I muri, ridotti a macerie,
raccontano ancora
le ore disperate,
imbevute di terrore,
di urla inutili alla vita.
La lingua gialla del demonio,
figlia del disprezzo e dell'avidità,
si è spalmata nelle strade,
nelle case, fra gente impaurita,
e ha portato con sè
sogni appena nati,
sforzi di una vita,
speranze senza seguito.
Pochi istanti
e tutto è sparito,
consumato, annientato.
Pagherà qualcuno tutto questo
o vuote saranno le coscienze
di chi doveva vigilare
e non l'ha fatto?
Troppi inutili lutti
ci hanno abituato
a non aver fiducia.

(firma illegibile)

lunedì 6 luglio 2009

ALTRO CHE FATALITÀ – DIETRO IL DISASTRO DI VIAREGGIO UN MERCATO NERO DI ROTTAMAZIONI E RICAMBI FASULLI

vi riporto l'articolo trovato sul sito di dagospia e segnalato da un amico su SWZone.it


ALTRO CHE FATALITÀ – DIETRO IL DISASTRO DI VIAREGGIO UN MERCATO NERO DI ROTTAMAZIONI E RICAMBI FASULLI - INDAGINI DELLA FINANZA E DUE INCHIESTE CAMPANE SQUARCIANO IL VELO SU SOCIETÀ "OPACHE" - NEL 2006 SCOPERTI DUE CARRI MERCI CHE NON DOVEVANO ESISTERE…

CARLO BONINI PER "LA REPUBBLICA"

A una settimana dall´inferno di Viareggio, le domande restano intatte: come è potuto accadere? Perché è potuto accadere? E soprattutto: può accadere ancora? Se si sta al canovaccio proposto sin qui da addetti e autorità politica, la strage del treno merci 50325 Trecate-Gricignano è affare di tutti e dunque di nessuno.

Pronta per essere consegnata ad una catena di responsabilità edulcorate, impastate nei ruoli (Fs, la società committente, Gatx, la proprietaria dei carri, Cima Riparazioni, l´azienda che ha sostituito l´assale spezzato causa del deragliamento), annegate in cervellotiche tecnicalità e normative di settore.


Insomma, una notte in cui tutti i gatti sono grigi. E non deve essere un caso. Perché c´è una parte di questa storia, a ben vedere ben più nitida, che non fa comodo a nessuno raccontare e di cui pochi hanno voglia di parlare. Che illumina lo sfondo oscuro della strage e dunque può cominciare a dare risposta alle domande che pone.

Una storia su cui lavora da tempo e a fari spenti la Guardia di Finanza (prima con la Procura di Santa Maria Capua Vetere, ora con quella di Napoli) con un´inchiesta durante la quale, tra gli altri, è stato per altro ascoltato come testimone anche l´attuale amministratore delegato di Fs Mauro Moretti.


Che, non più tardi di due anni e mezzo fa, è stata oggetto di un audit interno delle Fs. Che documenta l´esistenza di un mercato nero della componentistica, della manutenzione e della rottamazione dei carri merci. Una terra di nessuno dove circolano vagoni che risultano rottamati, ma tali non sono.


Dove accade che una "sala montata" (il complesso di asse e ruote del carrello) criccata - esattamente come quella di Viareggio - possa tornare sul mercato punzonata e certificata come "pronta al montaggio" (che è esattamente quel che è accaduto alla Cima di Mantova quando ha ricevuto il materiale dalle officine della Gatx di Hannover) in una cosmesi che non lascia traccia, almeno fino a quando non uccide.

Tutto cominciò tre anni fa. Curiosamente nelle stesse terre cui era destinato il merci 50325. La provincia di Caserta. Nel 2006, vengono ritrovati due carri merci delle Ferrovie dello Stato su un binario morto nelle campagne di Sessa Aurunca. Hanno la matricola del telaio abrasa (proprio come un´auto rubata).

Ma, quel che è peggio, non dovrebbero neppure esistere, perché dagli inventari dell´azienda risultano rottamati da tempo. L´allora amministratore delegato di Fs, Roberto Testore (lascerà la carica nel settembre di quell´anno), dispone immediatamente un audit interno. Gli esiti svelano un abisso.

«L´audit di Fs - racconta oggi una qualificata fonte investigativa - scoprì una gestione dei cargo a dir poco pazzesca. Gli accertamenti interni verificarono che, dei carri merci che allora erano inventariati dalle Fs, ne mancavano all´appello almeno duemila. Nessuno sapeva dove fossero finiti. Ma, soprattutto, furono ritrovati, dopo quelli di Sessa Aurunca, almeno una decina di altri carri merci che risultavano regolarmente rottamati e, al contrario, erano in carico a società private che incrociavano nella zona di Bologna e Livorno».


Carrette vendute al mercato nero e adibite per lo più al trasporto di ghiaia e altro materiale di movimento terra. Inesistenti negli archivi del patrimonio rotabile delle Ferrovie, ma regolarmente circolanti sulla sua rete.

L´audit accerta anche dell´altro. L´allora responsabile della manutenzione merci, Raffaele Arena, ha affidato nel tempo la manutenzione e revisione periodica di migliaia di carri senza uno straccio di gara. Per ragioni di "tempo ed efficienza", le aziende che devono verificare l´integrità dei carelli e la tenuta dei carri, ovvero rottamare gli uni e gli altri, sono state scelte con trattativa privata. Diverse sono campane, alcune lavorano in zone di camorra e hanno un profilo societario opaco. Una, la Mavis srl, risulta di proprietà del cugino di Arena, tale Carmine D´Elia.

Nel 2006, insomma, le Ferrovie scoprono di non avere, di fatto, un reale controllo sulla manutenzione della propria flotta merci. Con il nuovo amministratore delegato Moretti, Arena viene spostato dal merci alla manutenzione dell´Alta Velocità. Quindi, sulla base degli esiti dell´audit interno, allontanato dall´azienda. Mentre l´inchiesta che nel frattempo ha avviato la Guardia di Finanza contribuisce a rendere il quadro ancora più fosco.

L´indagine accerta infatti che intorno al ciclo spesso fasullo della rottamazione e della manutenzione è cresciuto un mercato nero della componentistica che cannibalizza materiale rotabile di fatto non più in grado di circolare (carri e carrelli), ma che viene reimmesso nel circuito come regolarmente certificato. Centinaia di "sale montate" vengono rivendute alle stesse Ferrovie. Altre prendono la strada di mercati che hanno come acquirenti società private proprietarie dei loro carri.


E dunque: quante "sale montate" criccate, ma date per "pronte al montaggio", circolano sul mercato? È possibile che, nel caso di Viareggio (dove, come è ormai noto, i carri non erano di proprietà delle Fs), la "sala" messa a disposizione della Cima Riparazioni di Mantova dalla Gatx avesse una provenienza opaca? Una fonte investigativa allarga le braccia. E invita però a osservare una curiosa coincidenza: «A Viareggio è stata una strage. Ma qualcuno ha provato a collegare la strage di lunedì con quanto è accaduto a Prato tre settimane fa?».


Un altro deragliamento di merci. Il 22 giugno, alle 5 e 10 del mattino, tra Vaiano e Prato, all´altezza della località Canneto, un convoglio di quindici carri che trasporta acido fluoridrico esce dalla sede rotabile, trascinando la propria corsa per oltre due chilometri e mezzo, prima di urtare, fortunatamente senza danni alle persone, il locomotore di un treno regionale che marcia in direzione opposta. I primi accertamenti condotti sul luogo dell´incidente, documentano le ragioni del deragliamento nella «perdita degli assi rotabili portanti del carro numero 9» (ne risulterà proprietaria una società privata genovese). Dunque, ancora un problema con le "sale montate".

Il riferimento dell´investigatore è sufficientemente chiaro. Il mercato dei merci ha conosciuto da tempo un forte inquinamento. Le modalità degli incidenti cominciano a essere troppo simili. E nessuno è in grado davvero di dire quanta componentistica avariata, ma data per buona, circoli. Anche perché, come spiega lo stesso Giuseppe Pacchioni, amministratore unico della Cima Riparazioni spa, «normalmente il materiale usurato viene sostituito con altro materiale che ovviamente è certificato ma è già usato». «Di "sale montate" nuove - aggiunge Pacchioni - non ne compra nessuno per fare le manutenzioni. Perché possono costare fino al triplo di una "sala" usata».

Quella che ha ucciso a Viareggio arrivava da Hannover. Dove la ha acquistata la Gatx? Da chi? Chi ne ha certificato la regolarità? E in Italia, quanta roba cannibalizzata e criccata circola?

domenica 5 luglio 2009

Lutto Nazionale dalle ore 8:00 fino alle ore 15:00 di martedì 7 luglio per Viareggio

Le richieste del Sindaco Luca Lunardini rivolte alla città

"Osservare il rispetto del Lutto Nazionale dalle ore 8:00 fino alle ore 15:00 di martedì 7 luglio"

Martedì 7 luglio nel corso della mattinata si terranno, presso lo Stadio dei Pini, i funerali di Stato delle vittime dell’incidente ferroviario che lunedì scorso ha inferto una profonda ferita alla città tutta.

A rendere omaggio alle vittime, oltre al Presidente della Repubblica, saranno presenti le più alte cariche dello Stato.

Sarà un’occasione solenne in cui ciascuno potrà, fisicamente o nell’intimo del proprio cuore, dimostrare l’affetto e la vicinanza a questi nostri fratelli che per un tragico destino, non sono più con noi.

Da parte mia, quale rappresentante della città, mi sento anche di interpretarne in questo triste momento i sentimenti che, a più riprese in questi giorni, sono emersi con spontaneità ed assoluta generosità.

Sono certo pertanto che non occorra imporre alcunché e che i cittadini tutti ed in particolare gli esercenti delle attività commerciali e turistiche, dei locali pubblici, delle attività artigianali, delle agenzie pubblicitarie e di quant’altro ruota intorno al mondo dell’offerta al pubblico, compatibilmente con le esigenze di servizio, sapranno rispondere con quello slancio che ha sempre contraddistinto gli abitanti di questa Città, che ancora una volta di più mi onoro di amministrare, osservando il rispetto del Lutto Nazionale dalle ore 8:00 fino alle ore 15:00, ora nella quale le Esequie potranno dirsi concluse.

In questi pochi giorni che ci separano dalla triste cerimonia di commiato mi permetto di chiedere a tutti, anche coloro che incidentalmente qui soggiornano, di astenersi dalla organizzazione di eventi comunque considerati o di situazioni, in cui la produzione musicale, ancorché di sottofondo, finisca per alterare quel raccoglimento doveroso che dobbiamo alle vittime innocenti.

Un sentito ringraziamento a tutti

IL SINDACO
Luca Lunardini

giovedì 2 luglio 2009

Il fornaio sparito mentre andava al lavoro

STRAGE DI VIAREGGIO
La storia del fornaio uscito per andare al lavoro e mai tornato


VIAREGGIO.

È sparito nel nulla. Senza lasciare la minima traccia. Di lui, a quarantotto ore di distanza dall’e splosione del treno, non si trovano né il corpo né i resti della vecchia bicicletta su cui era salito. Antonio Farnocchia, cinquantuno anni, lunedì poco prima di mezzanotte era uscito di casa per andare al lavoro. E come tutte le sere ha attraversato la zona devastata intorno a via Ponchielli. Ma al panificio «Be’ Mi’ Tempi» - dove fa il fornaio - non è mai arrivato.

E ora la sorella Patrizia lancia un appello a chiunque possa fornire indicazioni utili al suo ritrovamento a telefonare al suo legale (338 4487903): «Chi lo ha visto, chi sa qualcosa di lui, si faccia vivo».

Antonio era uscito dalla sua abitazione di via Aurelia nord a Viareggio poco dopo le 23,30 per raggiungere il forno entro la mezzanotte, suo orario di ingresso al lavoro. Vestito con un paio di pantaloni bianchi e una maglietta bianca e con ai piedi delle ciabatte infradito, è salito in sella alla sua vecchia bicicletta nera da uomo per raggiungere il panificio.

Cinquecento metri di strada che attraversano proprio la zona del disastro: un piccolo tratto di via Aurelia nord, via Bottego, via Ponchielli, la passerella pedonale che attraversa la linea ferroviaria, via Garibaldi e infine via Pucci, dove si trova il forno. Ovunque, qui, Antonio può essere stato investito dalle fiamme o travolto dall’esplosione. Ma il suo corpo non si trova. Né fra i corpi senza vita conservati all’obitorio (alcuni dei quali ancora senza un nome), né fra quelli degli ustionati ricoverati all’ ospedale «Versilia» o negli altri centri specializzati in giro per l’Italia. «Lavoro all’ospedale - prosegue Patrizia - e tutti i colleghi hanno cercato di darmi una mano: ma di mio fratello non sembra proprio esserci traccia».



A rincuorare la sorella c’è poi un particolare non secondario: se il corpo può essere stato dilaniato dall’esplosione oppure essere finito chissà dove, la bicicletta non può essere sparita nel nulla. «Era sicuramente in bici: è una delle poche certezze che abbiamo. E dunque almeno la carcassa semidistrutta deve essere finita da qualche parte. Ho potuto fare un giro in via Ponchielli ed è impossibile che possa essere finito sotto le macerie perché le case rase al suolo sono implose, senza crollare lungo la strada».

Cosa può essere successo lunedì notte? Perché non si trova da nessuna parte? Patrizia si augura che il fratello, magari sotto shock, stia vagando da qualche parte. «Magari ha battuto la testa ed ha perduto la memoria». Ma è chiaro che con il passare delle ore le speranze si assottigliano sempre di più.

Patrizia è consapevole di tutto ciò. Difficile che il fratello possa essere davvero in vita. Ma, prima di arrendersi, si aggrappa alle pochissime speranze che - più che nella mente - coltiva nel cuore. «Ma fino a quando ci sarà anche una piccolissima percentuale di trovarlo in vita, non mi arrenderò».

tragedia di Viareggio - ecco i primi nomi

ecco i primi nomi, solo quelli riconosciuti e con i parenti già avvertiti
http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=4805485065cf760c

Claudio Bonuccelli e Nadia Bernacchi
Fino all’ultimo i parenti e gli amici hanno sperato nel miracolo per Claudio Bonuccelli, 60 anni, e Nadia Bernacchi, 59 anni. Poi la speranza è svanita come la nebbia in una giornata di sole. E anche Claudio - in pensione, ex responsabile personale della Salt - e Nadia sono finiti nel lungo e tragico elenco dei morti della tragedia viareggina.

Anche nella loro storia c’è il segno di un destino avverso, di una casualità tragica. La coppia infatti aveva preso in affitto la casa di via Ponchielli per due settimane. Due settimane di affitto per permettere i lavori di ristrutturazione alla villetta di proprietà in via don Aldo Mei, al Campo d’Aviazione. Una villetta che doveva essere per la coppia il buen retiro della loro pensione.


Rosario Campo

Quarantatré anni, originario di Pozzallo (Palermo), imprenditore del settore della nautica specializzato nel legno, trapiantato in Versilia ormai da vent’anni. Lunedì, pochi minuti prima di mezzanotte, era alla guida del suo ciclomotore che stava percorrendo via Burlamacchi, una sorta di strada di scorrimento che costeggia il lato mare della linea ferroviaria. Dietro di lui, sulla stessa sella, la moglie, Claudia Fresca, quarantuno anni. L'esplosione li ha investiti in pieno. Rosario è stato sbalzato dallo scooter. Ed è morto carbonizzato sul colpo. La moglie, trasformata in una torcia umana, è stata invece soccorsa da alcuni passanti che sono riusciti a spegnere i vestiti infuocati. Poi un’ambulanza del 118 l’ha trasportata al pronto soccorso dell’ospedale «Versilia» da dove è stata trasferita al reparto grandi ustionati di Parma dove è adesso ricoverata in gravissime condizioni.

Andrea Falorni, Maria Luisa e Ilaria Carmazzi

Sono stati trovati morti carbonizzati sotto le macerie della loro casa spazzata via dall’esplosione, in via Ponchielli. Maria Luisa Carmazzi, 49 anni, e Andrea Falorni, 50, erano una copia molto affiatata, raccontano gli amici che con loro condividevano la passione per la moto e che fino all'ultimo hanno sperato che a quell'ora non fossero in casa.
Con loro è morta la sorella di Maria Luisa, Ilaria Carmazzi.


Iman, Hamza e Mohammed Ayad

Hamza Ayad aveva 16 anni. Amava il mare e il gioco del calcio. Sognava di aiutare la gente e appena lunedì aveva fatto un corso di volontario sulle ambulanze. È morto per cercare di salvare la sorellina, Iman, 4 anni, morta dopo poco più di un giorno nonostante il ricovero in gravissime condizioni al Bambin Gesù. Hamza era riuscito ad uscire da solo dalle macerie dopo l'esplosione. Subito, però, era rientrato in casa a cercare la sorellina. Qui era stato sopraffatto dal gas e dal fumo ed era svenuto prima di essere raggiunto dalle fiamme. Anche Hamza, come la piccola Iman, era arrivato vivo al pronto soccorso, ma è morto poco dopo. All’obitorio dell’ospedale Versilia l’ha riconosciuto la sorella maggiore, anche lei ricoverata, da un braccialettino.

Poche ore dopo è giunta la notizia della morte del babbo Mohammed, che si trovava all’ospedale di Cesena, con il 90 per cento di ustioni sul corpo. Mohammed era in Italia da diversi anni. Veniva da Casablanca, e da lì la famiglia lo aveva raggiunto quattro anni fa a Viareggio. La moglie Aziza, la mamma di Hamza e di Iman, è ricoverata in rianimazione al Versilia.



Elena Iacopini
Trentadue anni, è stata sorpresa dal boato mentre si trovava in casa con la madre Emanuela Milazzo, 63 anni. La figlia, trasportata a Pisa, è morta dopo alcune ore a causa delle ustioni riportate in tutto il corpo. Il marito di Elena, Federico Battistini, 32 anni, è ricoverato in gravi condizioni a Pisa.

Ilaria e Michela Mazzoni
Ilaria Mazzoni, 36 anni, e sua sorella Michela, 33 anni, inizialmente erano state date per disperse. Per tutta la notte amici e familiari hanno cercato loro notizie, sia in ospedale sia intorno all'appartamento di via Ponchielli devastato dall'esplosione. Intorno all'ora di pranzo la conferma: Ilaria e Michela erano investite dalla fiammata nella casa che condividevano dopo la morte dei genitori. Sono decedute entrambe all'ospedale Versilia in seguito alle ustioni riportate. Un'amica ha riconosciuto i loro cadaveri alla presenza del magistrato.

Luca e Lorenzo Piagentini
Avrebbe compiuto cinque anni il prossimo 10 ottobre, è morto sul sedile posteriore dell'auto dei suoi genitori. L'auto che avrebbe dovuto portarlo in salvo e che invece si è trasformata in una trappola mortale. Luca era il secondogenito della famiglia Piacentini, smembrata dall'esplosione che ha investito la loro abitazione di via Ponchielli.

Dopo un giorno e mezzo di agonia è morto anche l'ultimogenito, Lorenzo, di 2 anni. Era stato ricoverato in condizioni disperate all’ospedale Meyer di Firenze per le ustioni riportate.
Feriti la madre, Stefania Maccioni, 40 anni, ricoverata in fin di vita al centro grandi ustioni di Pisa; il padre Marco, 42 anni, grave ma con buone possibilità di farcela; il primogenito Leonardo, miracolosamente uscito dalle macerie della casa dopo quattro ore ininterrotte di scavi.
Dopo l'esplosione i genitori volevano andarsene con la macchina, scappare via. Prima hanno preso Luca, poi sono tornati in casa per portar fuori gli altri due bambini. Non ce l’hanno fatta. Lorenzo è stato investito dalle fiamme mentre i genitori lo portavano fuori. Tutto intorno è esploso, la casa è crollata.

Mario Pucci e la sua badante

Novanta anni. Morto con la sua badante romena, la signora Ana, di circa 40 anni. Lei è stata ritrovata con in mano la maniglia della porta che aveva afferrato per scappare. Con lei è morto l'uomo che curava e che ha accudito fino in fondo.

Disastro Viareggio - RACCOLTA FONDI

mercoledì 1 luglio 2009

Viareggio, domani sarà revocata la 'zona rossa'



Sara' revocata domani la 'zona rossa' intorno alla stazione di Viareggio, mentre restera' interdetta l'area di via Ponchielli, dove si trovano gli edifici colpiti dall'esplosione e piu' gravemente compromessi. Le
operazioni di svuotamento delle cisterne contenenti Gpl si completeranno, ha annunciato il comandante dei vigili del fuoco, Giuseppe Romano, ''tra la mezzanotte e l'una e da quel momento saranno praticamente azzerati i rischi per la popolazione''.
La conferma ufficiale dell'annullamento della 'zona rossa' e' stata data dal sindaco di Viareggio, Luca Lunardini, nel corso di una conferenza stampa tenuta in serata. ''Per tutta la notte - ha spiegato Lunardini - manterremo in vigore l'ordinanza che interdice l'accesso alle aree limitrofe alla stazione, anche per consentire la ripulitura delle strade e la rimozione delle carcasse dei veicoli danneggiati dall'incendio. Da domani mattina pero' i residenti di quelle zone potranno tornare nelle loro abitazioni''.(ANSA).
Sono i sentimenti che creano l'attrazione, non solo l'immagine o il pensiero. Vivi, senti, attua il tuo futuro come se stesse accadendo.
"Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni. Ciascuno con il proprio talento" P. Coelho
Guarire significa imparare ad amarsi, a onorarsi, a rispettarsi.

Il conoscente e' quella persona di cui siamo abbastanza amici da chiedere un prestito, ma non tanto intimi da restituirlo.

> Ambrose Bierce
"Guarda le piccole cose perchè un giorno ti volterai...e capirai che erano grandi" Jim Morrison
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