STRAGE DI VIAREGGIO
La storia del fornaio uscito per andare al lavoro e mai tornato
VIAREGGIO.
È sparito nel nulla. Senza lasciare la minima traccia. Di lui, a quarantotto ore di distanza dall’e splosione del treno, non si trovano né il corpo né i resti della vecchia bicicletta su cui era salito. Antonio Farnocchia, cinquantuno anni, lunedì poco prima di mezzanotte era uscito di casa per andare al lavoro. E come tutte le sere ha attraversato la zona devastata intorno a via Ponchielli. Ma al panificio «Be’ Mi’ Tempi» - dove fa il fornaio - non è mai arrivato.
E ora la sorella Patrizia lancia un appello a chiunque possa fornire indicazioni utili al suo ritrovamento a telefonare al suo legale (338 4487903): «Chi lo ha visto, chi sa qualcosa di lui, si faccia vivo».
Antonio era uscito dalla sua abitazione di via Aurelia nord a Viareggio poco dopo le 23,30 per raggiungere il forno entro la mezzanotte, suo orario di ingresso al lavoro. Vestito con un paio di pantaloni bianchi e una maglietta bianca e con ai piedi delle ciabatte infradito, è salito in sella alla sua vecchia bicicletta nera da uomo per raggiungere il panificio.
Cinquecento metri di strada che attraversano proprio la zona del disastro: un piccolo tratto di via Aurelia nord, via Bottego, via Ponchielli, la passerella pedonale che attraversa la linea ferroviaria, via Garibaldi e infine via Pucci, dove si trova il forno. Ovunque, qui, Antonio può essere stato investito dalle fiamme o travolto dall’esplosione. Ma il suo corpo non si trova. Né fra i corpi senza vita conservati all’obitorio (alcuni dei quali ancora senza un nome), né fra quelli degli ustionati ricoverati all’ ospedale «Versilia» o negli altri centri specializzati in giro per l’Italia. «Lavoro all’ospedale - prosegue Patrizia - e tutti i colleghi hanno cercato di darmi una mano: ma di mio fratello non sembra proprio esserci traccia».
A rincuorare la sorella c’è poi un particolare non secondario: se il corpo può essere stato dilaniato dall’esplosione oppure essere finito chissà dove, la bicicletta non può essere sparita nel nulla. «Era sicuramente in bici: è una delle poche certezze che abbiamo. E dunque almeno la carcassa semidistrutta deve essere finita da qualche parte. Ho potuto fare un giro in via Ponchielli ed è impossibile che possa essere finito sotto le macerie perché le case rase al suolo sono implose, senza crollare lungo la strada».
Cosa può essere successo lunedì notte? Perché non si trova da nessuna parte? Patrizia si augura che il fratello, magari sotto shock, stia vagando da qualche parte. «Magari ha battuto la testa ed ha perduto la memoria». Ma è chiaro che con il passare delle ore le speranze si assottigliano sempre di più.
Patrizia è consapevole di tutto ciò. Difficile che il fratello possa essere davvero in vita. Ma, prima di arrendersi, si aggrappa alle pochissime speranze che - più che nella mente - coltiva nel cuore. «Ma fino a quando ci sarà anche una piccolissima percentuale di trovarlo in vita, non mi arrenderò».
1 commento:
purtroppo è stato trovato!
Antonio Farnocchia
Antonio Farnocchia, cinquantuno anni, lunedì poco prima di mezzanotte era uscito di casa per andare al lavoro. E come tutte le sere ha attraversato la zona intorno a via Ponchielli. Ma al panificio «Be’ Mi’ Tempi» - dove fa il fornaio - non è mai arrivato. A lungo inserito nelle liste dei dispersi è stato identificato tra le vittime.
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